mercoledì 5 aprile 2017




Babezi.
(Espressione triestina dilettale,per chiacchere).

Molto spesso  le critiche che che riceviamo o riserviamo agli altri,in particolare,quelle che le femmine riservano,specialmente, alle loro pari sesso
(si ma sono finte,si fa il botulino,è troppo alta,magra grassa,ecc)
mi ricordano la bellissima fiaba di Esopo,"La volpe e l'uva.



" Una volpe affamata, come vide dei grappoli d'uva che pendevano da una vite, desiderò afferrarli ma non ne fu in grado. Allontanandosi però disse fra sé: «Sono acerbi». Così anche alcuni tra gli umani/e che per incapacità non riescono a superare le difficoltà,o non hanno ciò che desiderano, accusano,quasi sempre le circostanze"

13 commenti:

  1. Caro Fulvio passo per un caro saluto.
    Ciao e buona giornata caro amico con un forte abbraccio e un sorriso:-)
    Tomaso

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    1. Ciao Tomaso un caro saluto anche a te.
      Ciao fulvio

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  2. E' vero, certe volte può essere così (ossia diciamo agli altri le cose che vediamo in noi e non ammettiamo) però è anche vero il contrario, ossia non è sempre che se si critica qualcosa è per invidia! :)
    Esempio banale: se io critico chi compra IPhone a 1000 euro, non è perché in realtà rosico e non posso permettermelo: critico perché mi sembra una cazzata far la fila alla premiere per l'acquisto di un cellulare XD

    Moz-

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    1. Ciao Moz,magari il cell più tecnologico piace anche a me,ma lo compero quando non trovo più la fila e spesso,mi costa di meno.
      Ciao fulvio

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  3. Beh devo dire che Moz ha ragione! Riguardo alle donne stendo un velo pietoso ... posso?
    Abbraccio

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    1. Ciao Anna,anche gli uomini sono criticoni.
      Un abbraccio,fulvio

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  4. Hai ragione, classico del "vorrei ma non posso".
    Cri

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    1. Ciao Cristiana,Esopo aveva sempre ragione.
      Ciao fulvio

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  5. buon giorno :)
    in quanto alle considerazioni in testa al blog mi trovo, almeno sul piano letterale, su tutt'altra sponda: amante della perfezione senza pretese, irrispettoso e ordinato scolaro del dubbio. ciao

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  6. Sto ripassando una vecchia canzone che sentivo cantare tanti anni fa. Riguardava le Babe.
    Nelle vacanze estive, quando la macchina era un lusso per noi poveri, prendevamo il treno per raggiungere Trieste. Viaggiavamo di notte. Molte volte, anzi quasi sempre, mamma e papà seduti nello scompartimento e noi fanciulle nel corridoio e ascoltavamo le risate gioiose delle fanciulle che come noi raggiungevano Trieste. Gli adulti, avrebbero desiderato riposare e cercavano di zittire le fanciulle. Si alzava allora un canto scherzoso, ma il timbro era eccessivamente alto: "Se le babe non le vol che cantemo, noi cantemo, noi cantemo.....e giù risate. Io sorridevo senza farmi accorgere, la mia mamma è una triestina seria seria e non mi era permesso essere sguaiata!!!
    Poveri, belli e felici..... Arrivederci a presto

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